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HomeN3/021INTERVISTA AD ALESSANDRO CANELLI, PRESIDENTE IFEL

INTERVISTA AD ALESSANDRO CANELLI, PRESIDENTE IFEL

L’Istituto per la Finanza e l’Economia Locale (IFEL) è una Fondazione istituita nel 2006 dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) in attuazione del Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 22 novembre 2005. Da allora IFEL porta avanti il ruolo di ente deputato ad assistere i Comuni in materia di finanza ed economia locale. Oltre a divenire la tecno-struttura di riferimento per la raccolta sistematica, l’elaborazione e la diffusione dei dati relativi ai tributi, la Fondazione opera come ente di ricerca e formazione attraverso la produzione di studi, analisi e proposte di innovazione normativa atte a soddisfare le istanze dei Comuni e dei cittadini. Un costante lavoro di ricerca e aggiornamento, in contesti come quelli della finanza e dell’economia locale che subiscono continui cambiamenti ed evoluzioni, caratterizza l’attività scientifica su cui si incentra l’impegno istituzionale di IFEL. Da due anni alla Presidenza della Fondazione è stato chiamato il sindaco di Novara Alessandro Canelli, già responsabile della finanza locale dell’Anci. Il Presidente, da sempre attento alle politiche della sanità e della salute, ha voluto avviare un percorso di collaborazione con Federsanità Nazionale nell’ottica di realizzare attività formative in ambito sanitario e sociosanitario.

Presidente Canelli, qual è lo stato di salute nei Comuni?
Nonostante le profonde trasformazioni intervenute nell’ultimo decennio che hanno modificato nel profondo la finanza comunale – si pensi alla mancata attuazione del federalismo fiscale e della stretta ai trasferimenti, ai vincoli del patto di stabilità interno, al blocco delle assunzioni – il comparto ha tenuto. Negli ultimi anni non abbiamo solo assistito a cambiamenti strutturali ma soprattutto alla sottrazione di risorse importanti per i comuni la cui incidenza consolidata nel tempo è pari a circa 12 miliardi di euro solo tra il 2010 e il 2015. Questo taglio nelle risorse in molti casi è stato aggravato dalla gestione formalistica della riforma della contabilità, in troppi casi indifferente alla dimensione economicofinanziaria della sua attuazione. Si è così prodotta una frammentazione dell’universo degli enti locali in segmenti caratterizzati da condizioni diverse. La crisi pandemica ha messo in evidenza questa frammentazione. Va evidenziato che nonostante le difficoltà, appunto dovute alla pandemia, i comuni hanno mantenuto nel 2020 una capacità operativa dal punto di vista degli investimenti. Sono aumentati i pagamenti del 2,3% con circa 10 miliardi di euro di spesa erogata, a fronte di un amento del 14% registrato invece nel 2019. Il dato è confortante anche nel primo semestre del 2021 con un incremento pari al 23%.

Quale deve essere il ruolo dei sindaci nella sanità e soprattutto nella salute?
La pandemia in questi ultimi due anni ha dimostrato quanto la capacità di fare rete abbia avuto un ruolo determinante nella gestione dell’emergenza. Le amministrazioni comunali e le loro strutture sociali, insieme al Sistema sanitario nazionale e grazie anche all’apporto delle diverse espressioni della società civile e del Terzo settore, hanno dato prova di una straordinaria capacità di coordinamento e di governance del territorio. Il modello di stretta collaborazione tra i vari livelli istituzionali che sono intervenuti sul territorio è stato la formula vincente per la gestione dei differenti bisogni espressi dai cittadini in un momento che non ha precedenti nella nostra storia. Le risorse del PNRR rappresentano, ora, un importante strumento per riorganizzare e restituire a tutte le aree del nostro Paese pari dignità e colmare così il divario digitale e le carenze strutturali del territorio. Siamo convinti che tutti i cittadini debbano godere della stessa qualità dei servizi e della possibilità di accedere alle cure in egual misura. Riteniamo che tra i principali compiti dei nostri sindaci rientri il dovere di fornire risposte adeguate e omogenee alle istanze di salute espresse dal territorio. Ma per raggiungere pienamente questo obiettivo è necessaria una efficace attività multilivello di coordinamento tra primi cittadini, autorità sanitarie locali e regioni.

Che ruolo può rivestire la formazione nei confronti degli amministratori sindaci e assessori sul tema della salute?
La formazione degli amministratori, e penso anche ai singoli consiglieri comunali ma anche a tutti i dipendenti pubblici, è fondamentale. La strategia messa in campo da IFEL con Federsanità ed Anci, che prevede anche formazione sia in presenza che a distanza, consentirà la collaborazione nei territori tra strutture socio-sanitarie ed enti locali, che eviteranno così sovrapposizioni nell’erogazione dei servizi essenziali. La pandemia ha dimostrato che in passato sono stati commessi errori, ad esempio puntare alle eccellenze ma dimenticando l’importanza della presenza capillare di presidi sanitari nei territori. E da questi bisogna ripartire offrendo formazione competente a chi deve amministrare e gestire il sistema pubblico.

Quanto potrà davvero cambiare il PNRR nella sanità e nel benessere di salute dei comuni?
Moltissimo, in termini di benefici per i cittadini. Si pensi che solo per il 2022 il PNRR prevede 4 miliardi per gli enti locali, che hanno un anno di tempo per adeguarsi nel garantire al meglio servizi di assistenza a domicilio, tra le tante misure ed interventi. Abbiamo sei anni di tempo per rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, partendo dalla digitalizzazione del sistema sanitario nazionale e per rafforzare la medicina di prossimità con forti alternative alle cure ospedaliere. Ma affinché le risorse provenienti dal Recovery non vadano sprecate e diventino invece una vera opportunità per il Paese, è necessario e fondamentale mettere gli enti locali nelle condizioni di poter effettivamente utilizzare le risorse. Un maggior coinvolgimento nella cabina di regia potrebbe essere utile nell’attuare le misure e gli interventi ad avere maggior ricadute sul territorio. Ma lo Stato deve anche mettere in campo un supporto tecnico-amministrativo per i Comuni, soprattutto quelli con le strutture più fragili e sottodotate, in grado di accompagnare i processi di investimento. IFEL è pronta a collaborare in quest’azione di sostegno.

 

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