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HomeN1/017Lo screening del colon retto arriva a casa. Il progetto dell’Asl Roma 4:

Lo screening del colon retto arriva a casa. Il progetto dell’Asl Roma 4:

di Giuseppe Quintavalle
Direttore generale Asl Roma 4

Il cancro del colon retto colpisce ogni anno in Italia circa 33.000 persone ed è responsabile di 18.000 decessi, rappresentando la seconda causa di morte per tumore, dopo il cancro del polmone tra gli uomini e il cancro della mammella tra le donne. Nella Asl Roma 4 i decessi per tumore del colo-retto sono oltre 100 ogni anno. Lo screening basato sulla ricerca biennale del sangue occulto nelle feci si è dimostrato efficace nel ridurre incidenza e mortalità per cancro colo-rettale ed è considerato LEA a partire dal 2001 (DPCM 21 novembre 2001). Recependo le linee guida emanate dalla Commissione Oncologica Nazionale, le raccomandazioni del Ministero della Salute del 2006, il Piano Nazionale della Prevenzione e l’ultimo Piano Regionale della Prevenzione 2014-2018, lo screening è stato implementato sull’intero territorio della regione Lazio rispettando i seguenti requisiti organizzativi: • Periodicità biennale • Fascia di età raccomandata: 50 – 74 anni • Test di screening: test immunochimico per la ricerca del sangue occulto fecale (SOF) • Approfondimenti diagnostici nei soggetti positivi al test di screening: colonscopia eventualmente completata con colonscopia virtuale o clisma opaco a doppio contrasto La Asl Roma 4 è la prima Azienda Sanitaria del Lazio a partire il 1 dicembre con un programma di screening sperimentale innovativo: lo screening arriverà direttamente a casa. Come funziona il progetto sperimentale? Un invito in busta chiusa perverrà a mezzo posta nelle case degli utenti interessati, 45.000 utenti l’anno. Dentro la busta è già presente il kit per la campionatura con le istruzioni di prelievo e confezionamento. La persona non dovrà fare altro che seguire le istruzioni riportate e inserire il campione nella provetta inviata a casa. Dopo averla chiusa e inserita nell’apposita busta, seguendo le indicazioni per l’uso, potrà recarsi presso una qualsiasi buca delle lettere e inviare la busta preaffrancata. Una tecnologia avanzata di microchip inserita all’interno della provetta misurerà la temperatura del campione, che quando arriverà al laboratorio della Asl, avrà registrato l’avvenuta conservazione del campione. Inoltre un sistema di etichette a riconoscimento automatico garantirà l’abbinamento corretto sul sistema gestionale. Questa procedura innovativa, adottata sperimentalmente per un numero di mesi sufficiente a valutarne l’impatto, (cinque mesi) ha la finalità di agevolare le persone che non avranno più limitazioni di giorni ed orari per il ritiro e la riconsegna del kit di esame. L’obiettivo finale è quello di aumentare l’adesione allo screening che al momento è su livelli non soddisfacenti. La busta preaffrancata con la provetta arriverà direttamente alla Asl per le analisi. Il laboratorio, una volta analizzato il campione di feci, carica direttamente le risposte sul software gestionale ed il Coordinamento, che monitorizza in tempo reale le attività, provvede alla produzione ed invio delle risposte normali. I risultati dei test positivi invece vengono comunicati, sempre dal Coordinamento, alla UOSD di Endoscopia che provvede a contattare gli utenti ed invitarli prima a visita preendoscopica e poi all’endoscopia vera e propria come previsto dai protocolli di screening. La UO di endoscopia digestiva è accreditata all’esecuzione delle colonscopie di screening sia per i volumi di attività sia per aver eseguito il retraining organizzato dalla Regione Lazio. Essa raccoglie i dati relativi ai test di screening positivi ed organizza le attività di approfondimento. I pazienti che presentano una neoformazione trattabile per via endoscopica saranno trattati contestualmente in corso di endoscopia. I soggetti risultati negativi verranno invitati a ripetere il test di screening dopo 5 anni. Il risultato dell’esame viene comunicato direttamente dal medico che lo ha eseguito ed il personale dell’endoscopia provvede all’aggiornamento dei dati clinici sul software regionale. Coloro a cui verrà diagnosticata una patologia diversa da quella tumorale riceveranno le indicazioni più opportune per seguire l’iter terapeutico più appropriato. I pazienti non trattabili endoscopicamente vengono inviati, a cura della UOSD di Endoscopia Digestiva, al reparto di chirurgia generale dell’Ospedale San Paolo. La persona può scegliere di effettuare gli approfondimenti diagnostici presso altri centri di sua fiducia, nel qual caso gli verrà richiesta copia della refertazione medica. Dal 2017, presso la Asl Roma 4 sempre con l’intento di aumentare l’adesione al programma e favorire i residenti nei distretti 3 e 4, i più lontani dall’Ospedale San Paolo, è stata costituita una seconda sezione di endoscopia presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano Nel corso del 2018 si intende consolidare il programma ormai esteso a tutto il territorio aziendale con l’obiettivo di confermare l’estensione degli inviti (>90%) e raggiungere, nell’arco dell’anno successivo, una adesione superiore al passato ed una adeguata compliance agli esami di II livello. Con questa modalità sperimentale, la Asl Roma 4 vuole avvicinarsi in modo concreto al cittadino, entrando nelle mura domestiche, per permettere un esame comodo e facile da eseguire. Invece di eseguire l’esame recandosi personalmente alla Asl per ritirare la provetta e riportarla come è avvenuto finora, il programma sperimentale permetterà lo screening con una comodità finora mai offerta all’utenza. Entrando nello specifico, cosa troverà l’utente nella busta che riceverà per posta? Il plico contiene un foglio con invito e istruzioni auto-prelievo, l’ informativa screening; la provetta (Self-Sampling Bottle, fornito dalle ASL); una Bustina in Plastica con Chiusura a Pressione; una Busta di Ritorno LDPE, anti-taglio, impermeabile, tenuta stagna, secondo i requisiti del Ministero della Salute. Con la tecnologia Smart Label «Tempo & Temperatura» si rileva: quanto tempo è passato dal momento del prelievo del campione e se ne garantisce l’integrità.

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Direttore generale Asl Roma 4