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HomeN1/019SVILUPPO NEUROCOMPORTAMENTALE: NON È UNA QUESTIONE DI ETNIA

SVILUPPO NEUROCOMPORTAMENTALE: NON È UNA QUESTIONE DI ETNIA

Pubblicato su Nature il risultato di uno studio internazionale

Sono stati pubblicati a fine gennaio sulla prestigiosa rivista Nature i più recenti risultati del progetto internazionale INTERGROWTH-21st, che ha monitorato dalla nascita fino ai due anni di età la crescita e lo sviluppo neuroevolutivo di neonati sani ed in buone condizioni ambientali, distribuiti in quattro continenti.

PROGETTO INTERGROWTH-21st

ll progetto INTERGROWTH-21st, finanziato dalla Fondazione Bill & Melinda Gates e coordinato dall’Università di Oxford (UK), aveva già dimostrato come da donne sane, ben nutrite, in buone condizioni socio-economiche ed ambientali, nascano neonati con una crescita intrauterina e postnatale simile almeno fino ai due anni di età, indipendentemente dall’etnia e dall’area geografica di nascita. Al progetto aveva partecipato per la componente neonatale e pediatrica, unico Centro dell’Europa continentale, la Neonatologia, diretta dal Prof. Enrico Bertino, del Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche dell’Università, presso la Città della Salute e della Scienza di Torino, con il coordinamento a livello internazionale della neonatologa Francesca Giuliani, dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino.

Da tale studio sono stati ricavati standard di crescita del feto in utero, del neonato pretermine dalla nascita ai sei mesi di vita e standard antropometrici neonatali 1,2,3.

I ricercatori del gruppo hanno ora dimostrato che le tappe dello sviluppo neuroevolutivo nei primi due anni di vita, per quanto concerne l’apprendimento, il linguaggio e le abilità motorie, sono, così come la crescita corporea, molto simili fra soggetti di aree geografiche e culturali molto diverse, a parità di soddisfacenti condizioni socio-economiche, ambientali e di salute.
Questi risultati sono di particolare rilievo in quanto si tratta del primo studio di questo tipo sullo sviluppo neuroevolutivo durante l’infanzia ad essere condotto in vari paesi del mondo con metodologia uniforme e standardizzata. Sono state infatti usate in tutti i centri le stesse strategie nutrizionali e di assistenza, seguendo i protocolli sviluppati dall’INTERGROWTH-21st Neonatal Group (www.intergrowth21.org.uk). Tali protocolli, insieme ad un modulo riguardante l’antropometria neonatale, sono disponibili online come corso di e-learning, tradotti in varie lingue tra cui l’italiano 4. Il superamento del corso di e-learning dà diritto ad un certificato di partecipazione rilasciato dall’Università di Oxford.

Inoltre, per quanto riguarda la componente neuro evolutiva, nella prima fase dello studio è stato sviluppato da un team internazionale multidisciplinare, dopo accurata revisione della letteratura, un test multidimensionale ad hoc, finalizzato a misurare lo sviluppo neurocomportamentale durante la prima infanzia in soggetti appartenenti a contesti culturali diversi.

L’INTERGROWTH-21st Neurodevelopment Assessment (INTER-NDA) è un test oggettivo multidimensionale per valutare lo sviluppo di bambini di età compresa tra i 22 ed i 30 mesi 5 ed è stato pensato per essere somministrato da personale non specializzato ed in contesti culturali diversi.
Il test considera le abilità linguistiche, motorie, visive, uditive, cognitive e di attenzione, usando una combinazione di items osservati e di items riportati dal genitore / caregiver. L’INTER-NDA è stato validate rispetto al Bayley Scales of Infant Development III edizione.6
I dati sono stati raccolti sia ad uno che a due anni, per aumentare l’attendibilità.

Per questa componente dello studio, i ricercatori hanno valutato 1307 bambini sani, residenti in aree urbane, adeguatamente nutriti ed in buone condizioni socio economiche, in 5 paesi del mondo (Brasile, India, Italia, Kenya e Regno Unito).
La percentuale di variabilità totale nello sviluppo neuroevolutivo che può essere attribuita a differenze fra le diverse popolazioni è risultata molto bassa, variando dall’1,3% dell’area cognitiva al 9,2% della parte comportamentale, con variabilità lievemente superiore per componenti legate alle reazioni emotive [Figura 1].
Usando come descrizione statistica la differenza “standardizzata” tra i siti 8, aggiustata per età alla valutazione del bambino e sesso, solo 6 componenti della valutazione risultavano differenti per più di 0,50 unità [Figura 2], mostrando quindi una notevole similitudine tra le popolazioni studiate.

Nell’insieme, dunque, meno del 10% delle differenze nello sviluppo è attribuibile ai geni (nature), il resto è ambiente (nurture).

I risultati dello studio sottolineano come le diseguaglianze ambientali e sociali durante la gravidanza e nella prima infanzia abbiano, nei diversi gruppi etnici, il ruolo più rilevante nel determinare le differenze non solo di salute e crescita, ma anche di sviluppo neuroevolutivo, fornendo un importante contributo per la pianificazione a livello internazionale di adeguate politiche sanitarie e sociali.

Written by

Direttore SC Neonatologia dell’Università - Città della Salute e della Scienza di Torino