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HomeN3/018Lo Studio Epica. La presentazione dei dati al workshop di Torino

Lo Studio Epica. La presentazione dei dati al workshop di Torino

Lo studio E.Pic.A. (Appropriatezza Economica del Percorso integrato di cura) è volto a creare un modello di analisi al fine di valutare il percorso diagnostico e terapeutico (durante le fasi di diagnostica, chirurgica e di chemio-radio terapia) dei pazienti affetti da patologie tumorali con l’utilizzo di un numero non superiore a 10 Key Performance Indicators – KPI selezionati da pool di clinici esperti nel settore. Tali KPI sono stati alimentati da dati di Real World Evidence (RWE) ed estrapolati da database amministrativi con l’intento di applicarli alle patologie del carcinoma della mammella e del colon-retto al fine di evidenziare delle aree di possibile miglioramento e al contempo la trasportabilità della metodica su più patologie oncologiche. Mediante l’applicazione dei criteri ministeriali sono state selezionate due coorti di pazienti operati nell’anno 2015 relative alle patologie prese in esame; tale analisi verrà applicata anche agli anni successivi. La metodica è stata applicata sui dati regionali della Regione Piemonte e dell’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) della Toscana e su quelli dell’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (IRST) di Meldola (Forlì-Cesena), al fine di ottenere un confronto tra più realtà. Ciò che è emerso, da un primo confronto, ha evidenziato alcune aree da approfondire mediante l’utilizzo dello strumento dell’Audit clinico al fine di capire la reale aderenza con la realtà. Per ciò che concerne il carcinoma della mammella, è stato osservato che il 40% delle pazienti in Piemonte in stadio I-II sono state sottoposte ad alcune diagnostiche nei 60 giorni post-intervento che, senza indicazioni cliniche precise, potrebbero risultare superflue; lo stesso dato, tuttavia è stato rilevato anche dalla ARS Toscana e dall’IRST di Meldola con rispettivamente il 36% e il 30% di pazienti. I dati della fase chirurgica, invece, mostrano che solo il 5% delle pazienti in Piemonte, il 4% in Toscana e il 7% a Meldola hanno subito un re-interventi nei 120 giorni successivi il primo intervento. Infine, alcune criticità si sono riscontrate sui tempi di inizio della chemioterapia adiuvante che,salvo motivazioni cliniche (non desumibili dai dati amministrativi), dovrebbe avvenire entro i 60 giorni come indicato dalle Linee Guida AIOM; i risultati hanno mostrato che in Piemonte il 63% ha rispettato i tempi, mentre in Toscana il 61% e a Meldola il 92%. La stessa metodologia di analisi mediante l’utilizzo di KPI è stata eseguita sulla patologia del tumore maligno del colon-retto. Anche in questo caso sono state evidenziate alcune criticità da approfondire mediante Audit clinico. In Regione Piemonte, circa il 40% dei pazienti operati nel 2015 hanno eseguito durante la fase di follow-up due marcatori (CA 19.9 e CEA) contemporaneamente; lo stesso dato rilevato dall’ARS Toscana e dall’IRST di Meldola si attesta rispettivamente al 63% e al 47%. Come precedentemente visto per ciò che concerne il carcinoma della mammella, anche per i pazienti operati di tumore maligno di colon-retto le percentuali di reintervento per complicanze avvenute nella fase di pre-dimissione sono entro i valori soglia su tutte e tre le realtà (1% Piemonte, 3% Toscana e 1% Meldola). Infine, per ciò che concerne il carcinoma del colon-retto i tempi di inizio della chemioterapia adiuvante entro i 56 giorni (soglia indicata dalle linee guida AIOM), salvo indicazioni cliniche, sono rispettati in Piemonte nel 73% dei casi, 43% in Toscana e nel 46% dall’IRST di Meldola

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